Lo rivela uno studio di Sciensano, l'Istituto superiore di Sanità del Belgio, che dal 2006 gestisce il registro belga della fibrosi cistica
Cresce la speranza di vita delle persone che soffrono di fibrosi cistica. Lo indica uno studio di Sciensano, l'Istituto superiore di Sanità del Belgio, che dal 2006 gestisce il registro belga della fibrosi cistica istituito nel 1999. Dalla ricerca, pubblicata per il ventennale del registro, emergono dati incoraggianti sulla qualità della vita di chi soffre della patologia che impedisce le funzioni della digestione e della respirazione. Almeno il 50% dei bambini nati con fibrosi cistica nel 2017 ha raggiunto l'età media di 46,2 anni. Secondo i dati del registro belga, nel 2000 il 38,4% dei pazienti erano adulti, compreso l'1,2% di età superiore ai 40 anni. Un dato che nel 2017 ha avuto un picco verso l'alto: in quell'anno il 62,2% dei malati era rappresentato da adulti, compreso il 10,3% di ultra-quarantenni.
Nel 2017, il 73% dei pazienti adulti aveva un peso nella norma, con un indice di massa corporea tra 18,5 e 25. Questo ha avuto anche un'influenza positiva sulla funzione polmonare. In quello stesso anno, infatti, il 34% dei pazienti aveva una normale funzionalità polmonare, il 28% ha subito una leggera alterazione, il 27% un deterioramento medio e l'11% una grave alterazione. Negli ultimi 20 anni la cura delle persone con fibrosi cistica è, secondo l'Istituto belga, "notevolmente migliorata", consentendo loro di svolgere funzioni nella società che erano impensabili in precedenza. "Nel 2017, il 98% degli adulti aveva un diploma di scuola superiore, un'istruzione universitaria o stava ancora studiando. Inoltre, la metà (50,2%) dei pazienti adulti ha avuto un lavoro a tempo pieno o part-time", spiega Géraldine Daneau, ricercatrice di Sciensano.
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